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Banche: Unimpresa, non sono le pmi ad aver alimentato le sofferenze

Lo studio dell’associazione: il 70% dei crediti deteriorati è legato a grandi prestiti non rimborsati. Su 572 soggetti che hanno ricevuto finanziamenti superiori a 25 milioni pesano 24 miliardi di rate non pagate. Il vicepresidente Pucci: “Chi cerca i colpevoli dei problemi degli istituti non deve andare a pescare fra le micro, piccole e medie imprese”.

“Non sono né le famiglie né le micro, piccole e medie imprese ad aver messo nei guai le banche italiane. Chi cerca i colpevoli dei mancati pagamenti dei prestiti deve andare a pescare fra le aziende maggiori, quelle che hanno affidamenti superiori a 500.000 euro e scoprirà che il 70% delle sofferenze è legato ai grandi prestiti non rimborsati. Su appena 572 soggetti pesano quasi 24 miliardi di sofferenze”. Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, in merito al dibattito sulla individuazione dei “cattivi pagatori” degli istituti di credito del nostro Paese, lanciato dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.

Secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa, il totale delle sofferenze delle banche, pari a 198,6 miliardi, è legato a finanziamenti concessi a 1.267.184 clienti. Il 70,28% dei prestiti non ripagati, sono attribuibili ad appena 60.096 soggetti (il 4,74% del totale), per lo più grandi imprese, sui quali pesano “arretrati” per 139,5 miliardi; il restante 29,27% dei crediti deteriorati è invece legato a 1.207.088 “affidati” (il 95,26% del totale), famiglie e aziende di minore dimensione, sui quali pesano “arretrati” per 59,03 miliardi. Nel dettaglio, le sofferenze connesse ai prestiti più piccoli, a cominciare da quelli tra 250 euro e 30.000 euro, ammontano a 5,7 miliardi (2,91%) e sono legate ai ritardi di 775.717 clienti (il 61,22% del totale). Le rate non pagate dei prestiti tra 30.000 euro e 75.000 euro ammontano a 7,4 miliardi (3,76%) e sono riconducibili a 160.005 soggetti (12,63%), quelle relative a prestiti tra 75.000 euro e 125.000 euro ammontano a 9,2 miliardi (4,66%) e sono legate a 97.909 soggetti (7,73%). Per i prestiti da 125.000 euro a 250.000 euro, le sofferenze valgono 20,5 miliardi (10,33%) e sono legate a 123.889 clienti  (9,78%). Le rate non rimborsate per i prestiti da 250.000 euro a 500.000 euro sono legate a 49.568 clienti (3,91%) e valgono 16,02 miliardi (8,07%).

Per quanto riguarda i grandi prestiti non rimborsati, sugli affidamenti tra 500.000 euro e 1 milione di euro le sofferenze ammontano a 17,1 miliardi (8,65%) e sono legate a 26.616 soggetti (2,10%); sui crediti tra 1 milione e 2,5 milioni, pesano sofferenze per 28,4 miliardi (14,31%) riconducibili a 20.009 clienti bancari (1,58%); sui finanziamenti tra 2,5 milioni e 5 milioni, le rate non pagate valgono 24,4 miliardi (12,3%) e sono legate a 7.642 soggetti (0,60%); le sofferenze legate ai prestiti tra 5 milioni e 25 milioni valgono 45,6 miliardi (22,97%) e sono provocate dai ritardi di 5.257 clienti (0,41%); ad appena 572 “affidati” (0,05%) sono legate le sofferenze relative a prestiti superiori a 25 milioni che valgono 23,9 miliardi.

 

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