Conti pubblici. Unimpresa, mina derivati da 37 miliardi
Emerge una mina da quasi 37 miliardi di euro sui conti pubblici italiani. Si tratta della massa di derivati finanziari nei bilanci dello Stato che nell’ultimo anno si è allargata di quasi il 30% ed è arrivata a quota 36,8 miliardi. In tutta Italia, considerato sia il settore pubblico sia quello privato, la montagna di titoli finanziari ad alto rischio è cresciuta complessivamente di oltre l’8% in un anno (dal 2013 al 2014) passando da 153 miliardi di euro a 166 miliardi in aumento di 13 miliardi. In piena crisi internazionale e con l’economia ancora piegata dalla recessione, tutti i comparti del nostro Paese hanno “giocato” con i prodotti d’azzardo. La crescita complessiva dei derivati in Italia è legata soprattutto all’aumento di questo tipo di attività finanziarie all’interno dei bilanci dello Stato centrale dove risultavano, alla fine dello scorso anno 36,8 miliardi in crescita rispetto ai 28,7 miliardi dell’anno precedente: 8,1 miliardi in più in 12 mesi (+28,1%). Su anche i derivati delle banche, in crescita di 4,7 miliardi da 105,7 miliardi a 110,5 miliardi (+4,4%). Questi i dati principali del rapporto flash “L’andamento dei derivati in Italia negli ultimi 12 mesi” realizzato dal Centro studi di Unimpresa, che prende in considerazione le passività sui bilanci relative alle operazione in derivati, cioè le perdite potenziali.
Da segnalare, poi, secondo l’analisi di Unimpresa basata su dati della Banca d’Italia, la sostanziale invarianza (+0,7%) dei derivati nelle amministrazioni locali: nei 12 mesi sotto la lente, le consistenze dei bilanci di comuni, province e regioni sono passate infatti da 1,26 miliardi a 1,27 miliardi, con un aumento di soli 9 milioni. Lieve incremento per i prodotti speculativi nei bilanci delle imprese: a fine 2014 l’ammontare è salito di 347 milioni a quota 7,6 miliardi rispetto ai 7,3 del 2013 (+4,7%). Nel comparto assicurativo e dei fondi pensione si è passati da 5,2 a 5,5 miliardi (+5,1%) in aumento di 269 milioni, mentre il resto degli intermediari finanziari ha registrato una crescita di 164 milioni (+3,5%) da 4,6 miliardi a 4,8 miliardi. Quanto alle amministrazioni centrali, la massa di derivati potenzialmente in perdita è arrivata a quota 36,8 miliardi: in un anno è dunque salita di 8,1 miliardi (+28,1%) rispetto ai 28,7 miliardi di fine 2013. In totale, i derivati del settore pubblico e del settore privato pesano 166,6 miliardi e sono saliti negli ultimi 12 mesi di 13,6 miliardi dai 153,1 miliardi precedenti con un incremento dell’8,9%.
“E’ importante fare chiarezza sul reale stato di salute dei conti pubblici” chiede il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Mentre è in corso il dibattito proprio sui pericoli nascosti nei bilanci pubblici, legati alla finanza speculativa, da un lato chiediamo che sia detta tutta la verità e contemporaneamente continuiamo ad auspicare maggiori sforzi per dare più risorse a imprese e lavoratori. Le misure varate finora dal governo di Matteo Renzi, seppur con alcune note positive, non consentono a chi fa impresa di guarda con fiducia al futuro” aggiunge Longobardi.