Crisi. Unimpresa, taglio stime Fmi conferma dubbi pmi italiane su 2015
Il taglio delle stime dell’Fmi sul pil italiano allo 0,4% per il 2015 conferma i timori delle micro, piccole e medie imprese del nostro Paese, convinte che per quest’anno non si intravede alcuna prospettiva concreta di miglioramento né indicazioni particolarmente positive. Così il centro studi di Unimpresa commenta le indicazioni del Fondo monetario internazionale che ha tagliato le stime sul prodotto interno lordo dell’Italia da 0,9% a 0,4%. Secondo un recente sondaggio realizzati fra le 122mila associate di Unimpresa, per il 62% delle micro, piccole e medie imprese italiane, il 2015 non rappresenterà la svolta per il rilancio dell’economia. Non ci saranno salti di qualità sul versante della produzione e nemmeno sul fronte dell’occupazione: i 12 mesi appena iniziati, pertanto, si preannunciano critici ed estremamente incerti con l’uscita dal tunnel della recessione ancora lontana.
Più di 3 pmi su 5, dunque, ritengono la ripresa è un vero e proprio miraggio. A deprimere le previsioni delle aziende associate a Unimpresa sono sia i dati congiunturali, che continuano a segnalare un quadro non brillante nell’Unione europea, sia le indicazioni e le stime per il prossimo futuro, che fanno intravedere solo sporadicamente segnali positivi. Più nel dettaglio, sono diversi i motivi che mettono in ansia gli imprenditori del nostro Paese: problemi con le banche per la concessione di credito, difficoltà nel rispettare scadenze e adempimenti fiscali, ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, mancati incassi da clienti privati, impossibilità di pianificare investimenti, scarsa flessibilità nel gestire l’occupazione nonostante la riforma contenuta nel cosiddetto jobs act. Un mix di fattori che fa prevedere un anno ancora assai complesso per l’economia italiana.