Jobs act. Longobardi (Unimpresa), 78% micro e piccole aziende non si aspetta miglioramenti
Il sondaggio fra le 122mila associate: non ci saranno vantaggi significativi con la riforma: no nuove assunzioni né stabilizzazioni di precari. Il presidente dell’associazione: “Le mini imprese sono l’anello centrale del rilancio produttivo, ma sono state ignorate dal governo”
“Il 78% delle micro e piccole aziende non si aspetta miglioramenti significativi con il nuovo jobs act varato dal governo di Matteo Renzi. Le imprese più piccole, che poi rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana, sono state di fatto ignorate dalla riforma del mercato del lavoro, sulla quale il giudizio è dunque fortemente negativo”. Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commenta i decreti attuativi sul cosiddetto “jobs act”, la riforma del mercato del lavoro, approvati il 24 dicembre scorso dal consiglio dei ministri, illustrando i risultati di un sondaggio dell’associazione. “Le micro e piccole aziende sono l’anello centrale del rilancio produttivo in Italia e averle dimenticate in una riforma cruciale per la ripresa economica è un errore che l’intero sistema-Paese corre il rischio di pagare caro” aggiunge Longobardi.
Secondo il sondaggio a campione realizzato dal Centro studi di Unimpresa fra le 122mila associate, il 78,4% delle imprese non beneficerà di vantaggi tangibili grazie al jobs act: non ci saranno nuove assunzioni né si assisterà alla stabilizzazione di lavoratori precari, stando all’opinione di quasi 100mila aziende. “Il risultato – osserva Longobardi – è che l’occupazione continuerà ad avere gli stessi problemi registrati finora e gli imprenditori non avranno la possibilità di correggere la situazione drammaticamente in bilico”.
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