Ddl Stabilità 2015. Le novità in materia di lavoro
Assunzioni agevolate per un triennio, costo del lavoro integralmente deducibile e bonus 80 euro: ecco i punti chiave del Governo Renzi.
Premessa – C’è tanta carne sul fuoco in materia di lavoro nel nuovo ddl Stabilità 2015 varato dal Consiglio dei ministri di mercoledì scorso: dalla possibilità di poter anticipare il Tfr in busta paga su base volontaria fino ad arrivare allo sgravio contributo per i neoassunti con contratto a tempo indeterminato nei primi tre anni, passando per l’estensione del bonus 80 euro. Si tratta di una manovra di ben 36 miliardi di euro, di cui 18 dedicati alla riduzione di tasse e contributi su imprese e famiglie. Numeri, dunque, sostanziosi che hanno in primis l’obiettivo di rilanciare l’occupazione, conferire un maggior potere d’acquisto ai cittadini e riattivare un recupero virtuoso di fiducia per favorire la ripresa economica. Ma andiamo per ordine e vediamo nel dettaglio le tanto attese novità sul fronte lavoro.
Tfr in busta paga – La prima vera novità è la tanto discussa possibilità per il lavoratore di poter anticipare su base volontaria il proprio trattamento di fine rapporto in busta paga. La misura, che diventerà operativa in via sperimentale per un triennio a partire dal 2015, riguarda i lavoratori del settore privato (restano esclusi dall’intervento i lavoratori pubblici, domestici e agricoli). Su quest’ultimo punto, però, occorre effettuare un’importante precisazione. Infatti, secondo le ultime bozze circolate nella giornata di ieri, chiedere l’anticipo sarà sconveniente per i lavoratori, in quanto la tassazione che si applicherà sarà quella ordinaria e non quella agevolata come si pensava. Quanto detto è contenuto nell’art. 6 della bozza, il quale precisa altresì che la richiesta, se fatta, è irrevocabile fino al 2018 e scatterà per le retribuzioni dal primo marzo 2015 al 30 giugno 2018. Su quest’ultimo aspetto, però, si attende il testo ufficiale, poiché il Ministero dell’Economia ha parlato di 1° gennaio 2015. Inoltre, per garantire la liquidazione della prestazione, le banche anticiperanno alle imprese le risorse necessarie. Può aderirvi anche chi ha deciso di destinare il Tfr ai fondi di previdenza integrativa. Come detto, il Tfr entrerà a far parte della busta paga a decorrere dal 2015, con effetto retroattivo di un anno; quindi si potrà riscattare anche il Tfr maturato nel 2014.
Bonus 80 euro – Altra misura ampiamente annunciata dal premier, Matteo Renzi, riguarda la stabilizzazione ed estensione del famoso “Bonus 80 euro”, finanziato con una dotazione economica di 9,5 miliardi di euro. Niente da fare invece, per i pensionati e partite Iva. In ogni caso, al riguardo si attende il testo ufficiale del ddl per maggiori informazioni.
Decontribuzione – Incentivate le assunzioni a tempo indeterminato. Infatti, le imprese che intendono assumere dal prossimo anno un lavoratore con la formula del contratto a tempo indeterminato, sarà esente dal pagamento dei contributo per ben tre anni. Quindi, verranno azzerati i contributi, sia il 32,70% a carico dell’azienda che il 9,19% a carico del lavoratore. A tal fine, il Governo ha destinato 1,9 miliardi di euro. Alcuni dubbi permangono ancora circa la tempistica di attuazione, visto che probabilmente s’intende attendere l’attuazione del contratto a tutele crescenti promosso dal Jobs act.
Bonus Irap – Alleggerito il costo del lavoro. Infatti, dal prossimo anno tale costo sarà integralmente deducibile dalla base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Una misura, questa, che in termini di riduzione del carico fiscale su imprese e autonomi vale 5 miliardi di euro, con un effetto positivo sul Pil stimato in un decimale di punto.
Ammortizzatori sociali – Sul fronte degli ammortizzatori sociali (nuovo sussidio universale previsto dal Jobs act) sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro netti. Il riordino degli ammortizzatori sociali prevede numerose novità: innanzitutto scompare la cassa integrazione in caso di cessazione dell’attività dell’azienda o di un ramo di azienda; i contratti di solidarietà saranno estesi anche alle aziende che attualmente non possono usufruirne (Pmi sotto i 15 dipendenti) e potranno essere utilizzati anche per creare nuova occupazione; viene rimodulato l’ASpI “rapportando la durata dei trattamenti alla storia contributiva del lavoratore”; estensione dell’Aspi anche ai co.co.co.
FONTE: fiscal-focus.info