Finanza pubblica. Unimpresa, in 2014 cala di 9,4 mld (-8,6%) debito regioni, province e comuni
Migliora la finanza pubblica a livello territoriale. Il debito delle regioni, delle province e dei comuni nel corso del 2014 è calato complessivamente di 9,4 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. Alla fine del 2013 il “rosso” nei conti degli enti locali era di 108,6 miliardi e 12 mesi più tardi è sceso a 99,1 miliardi con una riduzione vicina al 9%. Sia in termini percentuali sia in valore assoluto, la riduzione più significativa è quelle del debito delle regioni sceso di 3,3 miliardi pari a una contrazione dell’8,88%. Questi i dati più rilevanti di una analisi sul debito degli enti locali e territoriali realizzata dal Centro studi di Unimpresa, che ricorda come il debito dello Stato centrale sia invece cresciuto di 66,2 miliardi (+3,2%) dai 2.068,7 miliardi di dicembre 2013 ai 2.134,9 miliardi di dicembre 2014.
Secondo l’analisi di Unimpresa, basata su dati della Banca d’Italia, in totale il debito delle regioni, delle province e dei comuni italiani è diminuito nel corso dell’ultimo anno di 9,4 miliardi (-8,67%) passando da 108,6 miliardi di dicembre 2013 ai 99,1 miliardi di dicembre 2014. Nel dettaglio, è calato il debito delle regioni (in cui vengono comprese le province autonome di Trento e Bolzano) di 3,3 miliardi (-8,88%) dai 37,3 miliardi del 2013 ai 33,9 del 2014; in calo anche il debito delle province di 387 milioni (-4,59%) da 8,4 miliardi a 8,1 miliardi e in diminuzione è risultato anche quello dei comuni, sceso di 2,1 miliardi (-4,59%) da 47,4 miliardi a 45,2 miliardi; si è ridotto, poi, anche quello di altri enti pubblici (tra cui quelli previdenziali) calato di 3,5 miliardi (-23,02%) da 15,3 miliardi a 11,8 miliardi.
Longobardi: “Che fine ha fatto la spending review sulle amministrazioni centrali?”
“I dati sono utili per riflettere sugli indispensabili tagli alla spesa pubblica. Negli ultimi anni – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – si è spesso puntato il dito contro le autonomie locali, sostenendo che i disastri della finanza pubblica siano cagionati dalla periferia e non dalle amministrazioni centrali. Invece, è evidente come proprio a livello territoriale si registra una gestione virtuosa del debito, ridottosi a tutti i livelli nelle regioni, nelle province e nei comuni”. Secondo Longobardi “se il governo intende intervenire sulla spesa pubblica deve aggredire i conti dei ministeri e degli apparati centrali che erano stato oggetto di una dettagliata analisi da parte della commissione sulla spending review coordinata dal dottor Carlo Cottarelli, poi inspiegabilmente accantonata”.
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